
28 Lug Piscina condominiale: si può fare? Regole, permessi e consigli utili
In estate, l’idea di avere una piscina a disposizione sotto casa diventa davvero invitante, anche in condominio. Ma quando si vive in un edificio condiviso, la domanda è inevitabile: si può mettere una piscina in condominio? La risposta è sì, ma ci sono regole ben precise da seguire. In questo articolo ti spieghiamo come funziona, quali sono i passaggi da rispettare e le cose da sapere per evitare problemi con i vicini… e con la legge!
Piscina condominiale: quando è possibile installarla?
Installare una piscina condominiale è possibile, ma si tratta a tutti gli effetti di un’innovazione delle parti comuni, come stabilito dal Codice Civile (art. 1120). Tradotto in parole semplici: la piscina può essere realizzata solo se approvata dall’assemblea condominiale, con la maggioranza prevista dalla legge.
Qual è la maggioranza necessaria?
Per l’approvazione servono:
- La maggioranza degli intervenuti in assemblea,
- Almeno 500 millesimi del valore dell’edificio.
È importante anche che l’opera non alteri la destinazione d’uso delle parti comuni e non danneggi nessun condòmino. Se queste condizioni sono rispettate, il progetto può partire.
Servono permessi per costruire una piscina in condominio?
Sì, e non sono pochi. La piscina è considerata una costruzione a tutti gli effetti, quindi:
- Serve una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o un Permesso di Costruire, a seconda del Comune.
- È necessario un progetto firmato da un tecnico abilitato (architetto, ingegnere o geometra).
- Bisogna rispettare le norme igienico-sanitarie, le distanze dai confini, e i regolamenti edilizi locali.
Attenzione
Ogni Comune ha le sue regole, quindi il primo passo è informarsi presso l’ufficio tecnico comunale. In alcuni casi, soprattutto se si modifica il suolo o si realizzano impianti, potrebbero servire ulteriori autorizzazioni.
Chi paga?
Come per ogni lavoro sulle parti comuni, anche nel caso della piscina le spese vanno suddivise tra i condomini in base ai millesimi di proprietà, salvo diverso accordo.
E se qualcuno non vuole partecipare?
Un condòmino può rinunciare all’uso della piscina, ma non sempre può evitare di contribuire alle spese, specialmente se:
- l’opera aumenta il valore dell’immobile,
- coinvolge impianti comuni o spazi utilizzati da tutti.
Per evitare discussioni, è consigliabile inserire tutto nel verbale assembleare, specificando le condizioni d’uso e la ripartizione delle spese. In caso di piscina condominiale, l’amministratore di condominio è responsabile della gestione della piscina, assicurandosi che sia conforme alle normative, che siano rispettate le regole igienico-sanitarie e che siano garantite la sicurezza degli utenti.
E se voglio una piscina privata nel mio giardino o terrazzo?
Se vivi in un appartamento con giardino di proprietà esclusiva o un attico con terrazzo, potresti pensare a una piscina privata. Anche in questo caso, ci sono delle regole da rispettare.
Cosa è consentito:
- Piscine fuori terra mobili, non ancorate al suolo, sono generalmente permesse, soprattutto se considerate strutture temporanee.
- Piscine smontabili o stagionali, cioè utilizzabili solo nei mesi estivi e poi rimosse, possono essere installate senza permessi edilizi, purché non superino determinati limiti di altezza, volume e superficie (che variano in base al Comune).
Attenzione però, soprattutto se la piscina è su un terrazzo o lastrico solare: anche una piccola piscina può pesare diverse tonnellate una volta riempita d’acqua. Prima di procedere, è fondamentale far eseguire una verifica strutturale da parte di un tecnico abilitato, per accertarsi che la soletta possa sopportare il carico statico in sicurezza.
Mai improvvisare: anche una piscina gonfiabile può diventare un serio rischio per la stabilità dell’edificio se posizionata senza i dovuti controlli.
Cosa richiede autorizzazione:
- Piscine interrate o fisse.
- Modifiche strutturali al terrazzo (es. rinforzi, carichi importanti).
- Alterazioni della facciata o del decoro architettonico.
In questi casi, serve:
- Autorizzazione condominiale, se si coinvolgono parti comuni.
- Permesso edilizio, soprattutto per le interrate.
- Relazione tecnica sul carico statico (fondamentale su terrazzi).
Piscina privata e convivenza: attenzione a rumori e orari
Anche se si tratta di una piscina privata, installata in un giardino o su un terrazzo di proprietà esclusiva, è importante ricordare che si vive in un contesto condiviso. Per questo, valgono le norme generali di buon vicinato. Evita schiamazzi, musica ad alto volume o feste in orari inopportuni. In genere, il limite orario per rumori molesti è fissato dalle 22:00 alle 8:00 e durante le ore del riposo pomeridiano (di solito tra le 13:00 e le 15:00).
Un uso responsabile della piscina — magari limitando giochi troppo rumorosi o grida eccessive — aiuta a preservare un clima sereno nel condominio. La piscina è un piacere, ma va vissuta con rispetto per chi vive accanto.
Manutenzione, sicurezza e regole d’uso
Una volta realizzata, la piscina deve essere gestita con attenzione: serve una manutenzione regolare, controlli sul cloro, rispetto delle norme igieniche e delle regole di sicurezza.
Alcuni punti da stabilire:
- Orari di utilizzo.
- Limite massimo di persone.
- Obbligo di doccia prima dell’ingresso.
- Divieto di cibo, bevande e animali in acqua.
- Consigliamo di redigere un regolamento d’uso della piscina condominiale, da allegare al regolamento generale o da approvare in assemblea.
In conclusione
Sì, si può mettere la piscina in condominio, ma serve l’accordo dei condòmini, il rispetto della normativa edilizia e una buona dose di organizzazione. Che si tratti di una piscina condivisa o privata, è sempre fondamentale rispettare le regole, la sicurezza e il buon senso.
Con un po’ di dialogo e la giusta pianificazione, il sogno di un tuffo rinfrescante sotto casa può diventare realtà, senza stress e senza litigi.
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